Ti racconto una Storia… Eleonora e Libera-Mente

“Mafia”  è una parola difficile ma è una di quelle parole che dovremmo imparare a pronunciare ad alta voce, per sfidarla, per abbatterla, per eliminare i condizionamenti e gli atteggiamenti che ne derivano. Eleonora ha provato a farlo. Ha creato “Libera-Mente”, un contenitore di idee per liberare – e liberarci- dai condizionamenti mafiosi, per liberarci dall’omertà che, ancora troppo spesso, ci avvolge

Questa è la sua storia:

 

Mi chiamo Eleonora Mangano, ho 35 anni e sono una psicologa.
Sono nata a Como, sul lungolago, a una manciata di chilometri dalla Svizzera, e lì ho trascorso un’infanzia felice, scandita dai tempi veloci dell’orologio dei lavoratori e scortata dal freddo.
I miei genitori, di origini siciliane, hanno deciso di tornare a vivere in Sicilia quando io avevo sette anni e, d’un tratto, mi sono ritrovata a vivere in un comune della provincia di Messina, circondata dal sole, dal mare, da una famiglia numerosissima e da un’atmosfera morbida e rilassata.
Ricordo che il primo giorno nella nuova scuola, pronunciai una frase col verbo “andrò” e ricordo anche di essere stata corretta e invitata a dire “domani vado”. Allora, non ci feci caso ma, col tempo, mi sono accorta dell’abitudine di parlare del futuro usando il verbo al presente. Quest’abitudine linguistica è tipicamente siciliana. Basta provare a coniugare il futuro di un qualsiasi verbo, traducendolo in siciliano, per accorgersi che è quasi impossibile.
Nel 1992, l’anno delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, avevo 11 anni e ricordo che le morti di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino divennero lo spartiacque tra ciò che rappresentava la lotta e il contrasto alle mafie fino ad allora e ciò che da quel momento era necessario fare per unire il concetto di responsabilità individuale alla giustizia sociale, l’io e il “noi”.
Durante gli studi universitari di psicologia, mi sono imbattuta negli studi sullo psichismo mafioso, sul sentire mafioso e sulla cultura mafiosa. Perché la mafia non è solo un’organizzazione criminale, ma è anche un atteggiamento e un modo di essere che si manifesta tra le persone. Troppe volte ho sentito pronunciare frasi come: “perché così fan tutti ….”, “fare i propri comodi ….”, “se la maggior parte delle persone non rispetta le regole, perché dovrei farlo io? ….”, “si va avanti solo con le raccomandazioni ….”, “le cose non cambieranno mai ….”.
Nel frattempo, divento una psicologa: faccio il lavoro che ho sempre desiderato e sognato di fare, perché credo che il cambiamento sia un obiettivo possibile nella vita di ognuno. Dovremmo imparare ad accettare che tutto è soggetto a cambiamento: le persone, le situazioni, i sentimenti, la vita.
Intanto, inizio a leggere libri, a guardare film e documentari sulla mafia e su Cosa Nostra e le canzoni simbolo della lotta alla mafia diventano la colonna sonora dei miei progetti. E qui, la svolta. Comprendo che Cosa Nostra non è solo un’organizzazione criminale ma è anche una fortissima struttura di pensiero che produce diffidenza, sfiducia e paranoia verso l’altro, paura dello straniero e del nuovo, l’idea che si debba sopravvivere di astuzia e la conseguente scarsa professionalità, il pessimismo che porta a non poter pensare e programmare il futuro; la paura di prendere decisioni.
Ed ecco, che mi torna alla mente la frase censurata alle elementari perché coniugata col tempo futuro. E comprendo che è come se, sapendo che non è mai certo quello che può essere il futuro, nessuno possa impegnarsi a realizzarlo.
Nel 2010, decido di partecipare a un bando nazionale dedicato alla cultura della legalità presentando un progetto che viene bocciato. Successivamente, presento in diverse scuole superiori del mio territorio progetti che hanno come finalità l’educazione alla legalità e i miei interlocutori mi rispondono che non ci sono soldi per finanziarli. Fino a quando, nell’estate del 2013, trovo un bando regionale dedicato ai giovani e alla legalità e decido di parteciparvi insieme a mia sorella Floriana, alla mia collega Francesca e al mio collega Fabrizio. Dopo qualche mese, viene pubblicata la graduatoria e scopriamo di essere idonee ma non ammesse al finanziamento. A marzo di quest’anno, in un giorno piovoso d’inverno ricevo una raccomandata con la notizia di aver vinto quel bando. Ed è subito primavera!
Realizzo, allora, che non ho vinto dei soldi ma che, invece, ha vinto la nostra idea di progetto.
Ha inizio così il progetto “Libera-Mente. Per una mente libera da condizionamenti mafiosi” rivolto agli studenti delle scuole superiori e ai giovani della comunità della mia cittadina, curato dall’omonima Associazione di Promozione Sociale, fondata da noi.
Libera-Mente racchiude in sé un profondo significato ed è un binomio linguistico reversibile (mente-libera): tutti noi incontriamo tante idee da cui ci lasciamo sedurre o condizionare, che si insidiano dentro di noi tanto da condizionare il nostro sistema di valori e di convinzioni. Eppure, rinunciare a queste certezze significherebbe avere il coraggio di dire NO e scoprire che, in fondo, essere autentici paga sempre.
Anche la scelta del logo non è casuale: la posizione delle due parole è, appunto, reversibile e dalla cima della “M” si alzano in volo dei gabbiani, a voler simboleggiare che se è vero che le ali sono fatte per volare, bisogna correre dei rischi altrimenti saremo destinati a camminare per sempre.
Questo progetto rappresenta un piccolo seme che ha delle ricchissime potenzialità. Ne siamo convinte. Nel suo piccolo, contiene lo spirito di quello che verrà dopo.
È come se dentro di me esistesse da tempo questo sogno-seme che attendeva il tempo di germogliare, di mettere le radici e venire alla luce.

 

Potete seguire il progetto “Libera-Mente” sul suo sito e sulla sua pagina facebook .

Per scoprire qualcosa in più su Eleonora potete seguirla sulla sua pagina professionale.

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